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14 dicembre 1911: Amundsen conquista il Polo

di Marco Innocenti

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9 dicembre 2009

La corsa al Polo Sud ha un vincitore: è Roald Amundsen che vi issa la bandiera norvegese il 14 dicembre 1911. Amundsen, 39 anni, esploratore collaudato, è il primo a raggiungere la meta, con quattro compagni e i cani sopravvissuti. Lascia un messaggio per Robert Falcon Scott, il rivale inglese, che arriverà cinque settimane dopo, il 18 gennaio 1912, battuto nonostante l'attrezzatura più moderna e la preparazione più scientifica. "Crollano i nostri sogni", commenta Scott alla vista della bandiera norvegese. E il destino, per lui e i suoi compagni, sarà crudele.

La corsa
Amundsen, che si è indebitato pesantemente per organizzare la spedizione polare, parte il 19 ottobre 1911 dal campo base, chiamato Casa di Fram, con quattro compagni (Hanssen, Hassel, Wisting e Bjaaland), quattro slitte e 52 cani della Groenlandia. Il suo gruppo è snello e punta sulla velocità per battere sul tempo Scott (cui Amundsen, da gentiluomo, ha inviato un telegramma al momento della partenza) e anticipare l'avvento del maltempo. Il punto di partenza è più vicino al Polo di cento chilometri rispetto a quello di Scott, un ufficiale della Royal Navy partito quattro giorni prima da Capo Evans con la sua squadra e un equipaggiamento di slitte a motore o trainate da cavalli. L'itinerario dei norvegesi è inedito ma più diretto. La spedizione attraversa la pericolosa banchisa di Ross, il ghiacciaio di Heiberg, supera le catene montuose e raggiunge il plateau che la porta al Polo. L'andata, in meno di due mesi, è stata percorsa nei tempi stabiliti. Il ritorno sarà altrettanto fortunato. Pur nello stress estremo delle risorse fisiche e psicologiche, il team norvegese, dopo 99 giorni, rientrerà alla base in buone condizioni.

La sfortuna di Scott
Scott, invece, non ha fortuna. Il freddo e il maltempo danneggiano i motori, i cavalli non sopportano le durissime condizioni climatiche e devono essere abbattuti. L'itinerario, già seguito da Ernest Shackleton nel 1908, si rivela insidioso. La marcia nel bianco ostile e allucinante dell'Antartide è rallentata da numerosi incidenti. Quando i cinque britannici, delusi dalla sconfitta, prendono la strada del ritorno è ormai tardi. Sono centinaia di miglia di sforzi immani. Una bufera di neve inattesa li blocca non lontano dal deposito che li avrebbe salvati. Troveranno i loro cadaveri otto mesi dopo sotto la tenda, nei sacchi a pelo, uccisi dal maltempo precoce e dalla loro audacia disperata.

Verso il Polo Nord
Amundsen tenta di raggiungere anche il Polo Nord. Prova prima con gli idrovolanti ma non ha successo. L'impresa riesce invece il 12 maggio 1926 quando l'esploratore norvegese sorvola il Polo artico con l'italiano Umberto Nobile e il finanziatore americano Lincoln Ellswoth. Dal dirigibile Norge, progettato e guidato dallo stesso Nobile dalle Svalbard all'Alaska, vengono lanciate sul Polo le bandiere italiana, norvegese e americana. Amundsen, dopo tante sfide, muore nel giugno del 1928 in un incidente aereo sopra i cieli del Mare artico. Informato della caduta del dirigibile Italia, schiantatosi sul pack, va in soccorso dell'amico-rivale Nobile ma il suo aereo va in panne e scompare in mare. Non sarà più ritrovato.

9 dicembre 2009
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